Fiscalizzazione dell’abuso: una delle prima applicazioni della Plenaria n. 17 del 2020

(Cons. Stato, sez. II, 15 dicembre 2020, n. 8032)

La sentenza opera una interessante distinzione tra la fiscalizzazione dell’abuso (art. 38 del DP n. 380/01) dall’accertamento di conformità (art.  36 del medesimo DPR).

Il caso concretamente posto alla sua attenzione riguardava l’innalzamento della quota di calpestio per realizzare un vano seminterrato.

Dal momento che l’intervento non era realizzabile con la SCIA, ma richiede un nuovo permesso di costruire, il Consiglio di Stato ha chiarito che l’istituto codificato all’art. 38 del DPR n. 380/01 non è idoneo a sanare una simile situazione.

Questo il passaggio conclusivo: “In sintesi, il Collegio ritiene che sia estranea al perimetro di operatività dell’istituto di cui all’art. 38 del T.U.E. la possibilità di “convertire” un titolo edilizio “minore”, quale la d.i.a, oggi s.c.i.a., in un provvedimento espresso, quale il permesso di costruire, laddove sia stata accertata la assentibilità dell’intervento solo con quest’ultimo.