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Il contratto ad oggetto pubblico secondo il Consiglio di Stato

(Cons. Stato, sez. II, 28 gennaio 2020, n. 705)

Con una decisione di ampio respiro, il Consiglio di Stato ha stabilito che le controversie riguardanti la fase esecutiva dei contratti ad oggetto pubblico – nella fattispecie costituito dall’accordo bonario sostitutivo del decreto di esproprio – rientrano nella giurisdizione del GA.

La sentenza, inoltre, riepiloga i presupposti che devono ricorrere per configurare la fattispecie del contratto ad oggetto pubblico, enfatizzando l’aspetto del collegamento con il potere pubblico.

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La rinuncia abdicativa non è compatibile con l’espropriazione

(Cons. Stato, Ad. Plen., 20 gennaio 2020, n. 2)

L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha escluso che la PA possa ottenere il trasferimento del diritto di proprietà attraverso una rinuncia abdicativa implicita, ricavabile dal semplice fatto che il proprietario espropriato, in luogo dell’azione di annullamento, ha proposto unicamente un’azione risarcitoria.

Le ragioni poste a base della sentenza sono essenzialmente tre:

  • se la rinuncia vale a determinare la perdita del diritto in capo al privato, non altrettanto può dirsi rispetto all’acquisto da parte della PA;
  • la rinuncia verrebbe effettuata secondo il modello dell’atto implicito, di cui però difetta dei necessari presupposti formali;
  • la rinuncia abdicativa non è fornita di una idonea base legale, prestando quindi il fianco alle medesime critiche che l’ordinamento (soprattutto comunitario) aveva mosso nei confronti dell’istituto della occupazione acquisitiva.
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Il costo di costruzione non è “scomputabile” come gli oneri di urbanizzazione

(Cons. Stato, sez. IV, 31 dicembre 2019, n. 8919)

Interessante sentenza che chiarisce la diversa natura giuridica del costo di costruzione, rispetto agli oneri di urbanizzazione.

In particolare, viene negata la possibilità di assolvere all’obbligo di pagamento in moneta del costo di costruzione attraverso la modalità (eccezionale) prevista per gli oneri di urbanizzazione, costituita dalla realizzazione “a scomputo” delle relative opere.

La motivazione ruota attorno alla indisponibilità, per l’Ente impositore, dei crediti di diritto pubblico.

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La sospensione feriale non si applica nell’appello cautelare

(Cons. Giust. Amm., ord. 13 dicembre 2019, n. 798)

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, nel ribadire il consolidato orientamento sulla irricevibilità dell’appello qualora, per effetto della sospensione feriale, siano stati oltrepassati i termini decadenziali previsti dall’art. 62 cpa, offre un monito importante, a cui conviene dare risalto.

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Alla Plenaria tre questioni in materia di accesso agli atti

(Cons. Stato, sez. III, 16 dicembre 2019, n. 8501)

La Terza Sezione del Consiglio di Stato ha rimesso all’Adunanza Plenaria la soluzione di tre problemi applicativi sorti nella materia degli appalti pubblici.

Il primo concerne l’ammissibilità di una istanza di accesso rivolta agli atti della fase esecutiva, allo scopo di verificare se l’appaltatore stia eseguendo correttamente o meno le prestazioni.

Il secondo riguarda la possibilità di “convertire” una istanza proposta ai sensi della legge n. 241/90 in una istanza di accesso civico generalizzato.

Il terzo, forse più complesso, si incentra sui rapporti tra i vari sottosistemi dell’accesso agli atti (documentale, civico e civico generalizzato, in relazione alla disciplina prevista dal codice degli appalti).

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