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L’uso esclusivo di beni condominiali: la parola alle Sezioni Unite

(Cass. civ., sez. II, ord., 2 dicembre 2019, n. 31420)

La sezione II civile della Corte di Cassazione ha rimesso al Primo Presidente, affinché valuti l’assegnazione alle Sezioni Unite, la questione della natura giuridica del diritto di “uso esclusivo” delle parti condominiali, nella pratica da sempre diffuso, ma controverso sia in dottrina che in giurisprudenza.

Il punto nevralgico della motivazione risiede nella ammissibilità della autonomia negoziale come strumento per conformare, non solo i rapporti di debito, ma anche le situazioni reali.

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La Corte di Giustizia ancora sul limite del subappalto (nel previgente codice)

(Corte di giustizia UE, sez. V, 27 novembre 2019, in causa C-402/18)

Dopo circa due mesi dalla precedente sentenza, i Giudici del Lussemburgo si sono nuovamente pronunciati, dichiarandone la contrarietà alla direttiva 2004/18/CE e al TFUE, anche su limite al subappalto del 30% previsto dal previgente codice degli appalti (d.lgs. n. 163 del 2006).

Stessa sorte è stata riservata al limite del 20% riferito al ribasso massimo praticabile sui corrispettivi da riconoscere ai subappaltatori.

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I poteri della regione nella valorizzazione dei beni culturali

(Cons. Stato, sez. II, 14 novembre 2019, n. 7839)

Il Consiglio di Stato ribadisce un risalente orientamento secondo cui le modifiche introdotte dalla Regione, in sede di approvazione dello strumento urbanistico comunale, non comportano la necessità di riavviare il relativo procedimento, con conseguente ripubblicazione dello stesso.

Tutela e valorizzazione dei beni costituenti il patrimonio culturale, storico e a artistico – afferma il Consiglio di Stato – esprimono aree di intervento diversificate: la prima demandata allo Stato, la seconda alle Regioni.

Non invade la competenza statale la Regione che, in sede di approvazione del PRG, inserisca prescrizioni finalizzate a valorizzare beni di interesse culturale.

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Senza l’apertura del procedimento espropriativo non può esserci cessione volontaria

(Cons. Stato, sez. IV, 30 ottobre 2019, n. 7445)

Il Consiglio di Stato traccia le linee per differenziare la cessione volontaria, quale contratto ad oggetto pubblico, dal normale contratto di compravendita di diritto privato.

Presupposto indefettibile per configurare la cessione volontaria è che il procedimento amministrativo finalizzato all’esproprio sia stato avviato.

In particolare, l’elemento posto a fondamento della decisione è la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, che nel caso in esame era successiva all’atto di cessione del bene e, quindi, ha portato ad escludere l’applicazione della disciplina sulla cessione volontaria.

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La pergotenda non necessita di un titolo abilitativo

(Cons. Stato, sez. VI, 14 ottobre 2019, n. 6979)

La Sezione VI ha ribadito il proprio orientamento in materia di pergotenda, secondo cui non occorre il permesso di costruire per la posa in opera di un simile manufatto.

Ha affermato, in particolare, che la pergotenda non può considerarsi “nuova opera” neanche laddove fosse destinata a rimanere chiusa, perché il carattere retrattile della tenda e dei pannelli non presentano elementi di fissità.

A conferma della tesi è stato anche richiamato il DM 2 marzo 2018, avente ad oggetto il glossario delle opere eseguibili in regime di attività libera.

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