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Assoggettamento a VIA e normativa sopravvenuta

(Consiglio di Stato, sez. IV, 29 agosto 2019, n. 5972)

La IV sezione precisa che non devono essere necessariamente sottoposte a valutazione di impatto ambientale (od a verifica di assoggettabilità) le “estensioni” o le “modifiche” di progetti che, in base alla normativa sopravvenuta, non siano più soggetti ex lege a V.I.A. e che, dunque, se presentati ex novo, non dovrebbero esservi necessariamente sottoposti

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L’avvio dei lavori e la decadenza dal titolo

(Tar Liguria, sez. I, 8 luglio 2019, n. 597)

Il TAR ligure ribadisce che nel termine di un anno decorrente dalla consegna del titolo non è sufficiente, per evitare la decadenza prevista dall’art. 15 del DPR n. 380/01, lo svolgimento delle attività meramente preparatorie del cantiere, dal momento che le stesse non sono idonee a manifestare, con ragionevole grado di certezza, la volontà di esercitare il diritto di edificare. Né varrebbe invocare una causa di forza maggiore che abbia impedito l’avvio dei lavori, in mancanza di una richiesta di proroga del permesso di costruire.

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Il Consiglio di Stato sulle competenze della commissione di gara

(Cons. Stato, sez. V, 18 luglio 2019, n. 5058)

Palazzo Spada chiarisce che, per giurisprudenza costante, il requisito dello «specifico settore cui si riferisce l’oggetto del contratto» viene interpretato nel senso che la competenza ed esperienza richieste ai commissari debba essere riferita ad aree tematiche omogenee, e non anche alle singole e specifiche attività oggetto dell’appalto (citati i precedenti costituiti da Cons. Stato, V, 1 ottobre 2018 n. 5603; id., IV, 20 aprile 2016, n. 1556; id., V, 18 giugno 2018, n. 3721, 15 gennaio 2018, n. 181, 11 dicembre 2017, n. 5830).

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Efficacia dei gravi illeciti professionali secondo la Corte di giustizia UE

(Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. IV, 19 giugno 2019, causa C-41/18, Meca srl c. Comune di Napoli e Sirio srl)

Secondo la Corte di giustizia l’art. 80, co. 5, lett. c del d.lgs. n. 50/2016 è in contrasto il diritto dell’unione nella parte in cui prevede che la proposizione di un ricorso contro la determinazione di risoluzione di un precedente contratto di appalto impedisce alla stazione appaltante di valutare l’affidabilità del concorrente e, quindi, di escluderlo dalla gara.

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Standard urbanistici destinati ad un uso non pubblico

(Cons. Stato, sez. IV, 17 giugno 2019, n. 4068)

Ribadita la nozione di standard urbanistico (“rappresentano la misura degli spazi pubblici che deve essere garantita ad ogni cittadino in rapporto agli insediamenti residenziali”) , il Consiglio di Stato ha precisato che la destinazione a standard di un’area postula una ineliminabile ed esclusiva finalizzazione ad un uso pubblico e cioè potenzialmente a vantaggio di tutti e non ad uso privato, di un singolo soggetto o di un numero limitato ed identificabile di soggetti. Conseguentemente, in presenza di un uso privato dell’area (nel caso di specie, a spazio di manovra per mezzi pesanti onde consentire un più agevole accesso ai capannoni produttivi), la stessa non potrebbe essere considerata come standard e non potrebbe essere computata come tale.

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