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Accesso civico generalizzato e codice dei contratti pubblici

(Cons. Stato, sez. III, 5 giugno 2019, n. 3780)

Il Consiglio di Stato prende atto del contrasto giurisprudenziale registratosi tra alcuni TAR (Tar Emilia Romagna – Parma, sez. I, 18 luglio 2018 n. 197 da un lato, e Tar Lombardia, Milano, sez. IV –11 gennaio 2019 n. 45 dall’altro) e propende per la tesi che ammette l’applicabilità dell’accesso civico anche in materia di appalti pubblici. Molto interessante la lettura coordinata e costituzionalmente orientata dell’intero quadro normativo di riferimento, caratterizzato – secondo il Consiglio di Stato – da un “non raro difetto sulla tecnica di redazione”.

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La VIA presuppone che il progetto sia completo in tutti gli aspetti in grado di incidere sull’ambiente

(TAR Toscana, sez. I, 27 maggio 2019, n. 789)

Con la sentenza in evidenza, il TAR Toscana ha annullato il decreto di VIA emesso in relazione al Masterplan Aeroportuale presentato dall’ENAC per l’Aeroporto di Firenze.

Il principale argomento posto a fondamento della sentenza concerne la completezza ed esaustività del progetto presentato dall’ENAC. In particolare, il TAR ha rilevato come, a causa dell’elevato numero di prescrizioni contenute nel decreto di VIA, le quali a loro volta rinviavano a future evoluzioni progettuali dell’opera da realizzare, la valutazione sia stata effettuata su di un elaborato parziale e non idoneo a consentire una compiuta valutazione sugli impatti ambientali.

Le prescrizioni, invece, avrebbero dovuto riguardare porzioni accessorie dell’opera, non in grado di incidere sul giudizio di compatibilità ambientale.

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Solo il manufatto precario e facilmente amovibile rientra nella edilizia libera

(TAR per il Lazio – Roma, sez. II-bis, 3 giugno 2019, n. 7151)

Con la sentenza in commento, il TAR per il Lazio ha escluso che un gazebo di circa 90 mq, realizzato con una struttura in legno e ricoperto con teli di pvc, possa essere inquadrato nell’ambito della edilizia libera e, quindi, non necessiti di permesso di costruire.

Il perno della motivazione, in particolare, ruota attorno alle caratteristiche oggettive del manufatto, quali, in primo luogo, l’estensione “obiettivamente rilevante” ma, soprattutto, il fatto di essere funzionalmente destinato ad un uso non precario e di non vantare una agevole amovibilità dal terreno.

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A Capri la piscina interrata non è assentibile

(TAR CAMPANIA – Napoli, sez. VI, 24 maggio 2019 n. 2796 )

Il TAR Campano ha negato che la realizzazione di una piscina interrata, nell’ambito di una zona a regime di “protezione integrale con restauro paesistico”, rientri in una delle seguenti fattispecie:

  • Manutenzione ordinaria o straordinaria, ipotesi per la quale resta “fermo l’obbligo di non alterazione delle superfici delle unità immobiliari e delle destinazioni in uso in atto”;
  • Restauro e risanamento conservativo, in quanto lavori ritenuti “circoscritti al “consolidamento, ripristino e rinnovo degli elementi costituivi dell’edificio”, nei limiti della cui consistenza originaria può aver luogo l’ “inserimento (di) . . . elementi accessori” o di nuovi impianti
  • Conservazione e ricostituzione del verde, che sarebbero lavori in astratto assentibili, ma non coincidono con quelli in esame.

Conseguentemente è stato ritenuto legittimo il parere negativo espresso dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici.

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Incompatibile la decadenza con il titolo edilizio rilasciato per silenzio-assenso

(TAR Puglia, sez. II, 20 maggio 2019, n. 725)

Il TAR ha stabilito che il Comune non può pronunciare la decadenza dal titolo edilizio per mancato inizio dei lavori entro l’anno, quando lo stesso si è formato per silentium ed inoltre il privato ha più volte sollecitato l’adozione di un provvedimento espresso

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